In Val Chisone l'estrazione del talco affonda le sue origini già nel '700 quando, questo, veniva esportato in Francia come prodotto di bellezza, ma anche, in seguito all'occupazione ed annessione della valle ai Savoia, utilizzato nel territorio piemontese; ad esempio per la produzione di ceramiche. Il polo estrattivo maggiormente esteso e produttivo era quello delle Miniere della Roussa, nel territorio comunale di Roure; qui si estraeva quella che in dialetto locale viene chiamata "peiro blancho" (pietra bianca). Il sito minerario della Roussa era suddiviso, a far data dal 1880 ed in seguito all'assorbimento di piccoli concessionari locali, in quattro lotti localizzati ad una quota compresa tra i 1400 ed i 1500 metri s.l.m.; esso rappresentava una delle principali fonti di sostentamento per le famiglie della valle, dando lavoro a circa 300 operai. In questo periodo era già stata realizzata una rudimentale teleferica, dalla ditta Alliaud, concessionaria di un lotto, che collegava il lotto di estrazione con l'attuale Fraz. Balma. Agli inizi del '900 la Società Talco e Grafite Val Chisone assorbì le concessioni della Roussa ed indirizzò l'estrazione del talco anche verso la vicina Val Germanasca. La Talco e Grafite Val Chisone ha anche apportato grandi investimenti nel miglioramento delle tecniche estrattive e di trasporto rendendo, di fatto, competitiva l'estrazione del talco nelle valli. Proprio tra il 1919 ed il 1920 è stata realizzata la teleferica che collegava le miniere della Roussa a Lou Charjau (in dialetto locale il luogo dove avveniva il carico per il trasporto ndr); oggi Fraz. Roreto. Le miniere della Roussa, sebbene non esaurite, iniziarono un lento abbandono in favore delle più accessibili miniere della Val Germanasca. A contribuire all'abbandono del sito contribuì anche una fortissima nevicata che, nel 1946, isolò per diciotto giorni il sito di estrazione che subì anche notevoli danni a causa delle valanghe che lo colpirono. Nel 1963, alla scadenza del del contratto d'appalto ed in seguito ad un'altra valanga che, in aprile, danneggiò nuovamente una buona parte delle strutture, la Società Talco e Grafite Val Chisone abbandono definitivamente il sito. Ad oggi, chi risale il vallone della Balma fino alla Roussa, può vedere ancora le strutture danneggiate che componevano il sito estrattivo esattamente così come abbandonate nel 1963. le foto sono state gentilmente concesse da Claudio Bonifazio.